Intervista con Stine Storm, Senior Play and Health Specialist della LEGO Foundation.
L’azienda è nata a Billund, Copenaghen, dove ancora oggi c’è il quartier generale, è un piccolo paese nel nord della Danimarca. L’azienda inizialmente lavorava il legno, produceva giocattoli realizzati in legno. Abbiamo una papera iconica, su piccole ruote, che i bambini possono trainare ed è il gioco di legno probabilmente più ricordato ma facevano anche trenini, macchinine etc.
Il nostro fondatore era molto innovativo, ed iniziò a sviluppare quello che noi definiamo “sistema di gioco”, ovvero come i mattoncini di Lego vengono messi insieme o il fatto che si possono smontare e rimontare creando sempre qualcosa di nuovo. E questo processo d’interazione è proprio quello sui cui lavoriamo qui alla Fondazione Lego ovvero imparare attraverso le attività di gioco. Un bambino può comporre un mondo intero grazie all’esperienza acquisita. Si inizia con modelli molto semplici e poi diventano sempre più complessi. Sicuramente conoscete la serie Star Wars. In realtà molte di queste influenze arrivano dai nostri fan in giro per il mondo. Non so se conoscete il termine AFOL: Adult fan of Lego. Lego non vuol dire solo bambini e quello che abbiamo osservato durante il Covid 19 è come sono diventati popolari i puzzle, lo sono stati anche i Lego per gli adulti come mezzo terapeutico. Il Lego fu brevettato tanti anni fa ma ora il brevetto è scaduto e ci sono tante aziende che oggi ci copiano ed abbiamo molte cause sparse nel mondo specialmente in Cina per evitare delle copie spudorate anche se il brevetto è scaduto.
All’interno del mio canale dedicato alla Storia del Design potete trovare molti altri video legati al mondo Lego.