Si parla spesso del manifesto del Bauhaus, ovvero gli intenti di questa scuola ma spesso non sappiamo quali erano i contenuti di questo manifesto.
Nel manifesto del Bauhaus trovano espressione varie idee finalizzate ad una riforma delle scuole d’arte in senso anti accademico e che in alcuni istituti avevano trovato attuazione.
Adolf Benn, Bruno Taut ed Otto Barthing con il quale Gropius era in stretto contatto attribuivano un ruolo di guida nel perseguimento di questo fine. Non esisteva una definizione vincolante per indicare una simile scuola d’arte unitaria per cui nel 1919 Gropius inventò la parola Bauhaus. “Il dipartimento di architettura dell’Università allo stato attuale è un aborto, la quinta ruota di una macchina, la salvezza consisterebbe nel creare una scuola di architettura con un orientamento pratico e laboratori statali” questo lo scriveva Gropius in una lettera del 1919.
Gropius espresse la necessità di una collaborazione fra artisti ed artigiani. A quel tempo era sua intenzione conciliare gli opposti rappresentati da arte e tecnica che equiparava cultura e civiltà.
Sotto molti aspetti il Bauhaus doveva rimanere il modello ed il motore della riforma anti accademica della scuola d’arte della repubblica di Weimar. Con la denominazione Bauhaus e l’orientamento dell’istituto alla grande architettura Gropius si avvalse di pratiche avanguardiste impegnate ad una continua ridefinizione di se stessa per mantenere la distanza dalla quotidianità borghese
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