Chi è Paola Albini?
Continuo ad indagarlo ogni giorno, non ci si conosce mai fino infondo. Ti risponderei che è una che ha intrapreso un sacco di strade nella vita, ho avuto sempre molti interessi, affamata d’esperienze. Apparentemente queste strade le imboccavo senza aver chiara una direzione, per molti anni mi sono sembrate strade divergenti fino a quando un regista mi aveva fatto promettergli di andare alle radici della storia della mia famiglia. Lui conosceva bene mio nonno, ma in casa mio padre non parlava molto di lavoro, di architettura. Quando nel 2007 ho iniziato a svolgere una ricerca d’archivio per creare un video fatto per la mostra Zero Gravitiy che Renzo Piano aveva dedicato al centenario della nascita di mio nonno, lì ho iniziato a scoprire un mondo. Nel mondo di mio nonno, mi rendo conto oggi, sono riuscita davvero a portare tutte quelle che erano le mie passioni ovvero il teatro, ho scritto uno spettacolo teatrale “il coraggio del proprio tempo”. Per me leggere le lettere di mio nonno, conoscere il gruppo degli architetti razionalisti, mi ha veramente colpita al cuore, mi sono resa conto di che tipo d’eredità avessi. Le opere di mio nonno contenevano la sua coerenza, era molto coerente su ciò che era e cosa faceva. Se guardi i 22.000 disegni che sono contenuti nella fondazione Albini, c’è sempre una coerenza, non c’è mai una nota stonata, niente fatto per compiacere la committenza, è un elemento che mi ha fatto pensare e mi ha fatto scoprire quanto i vari mondi si possano incontrare. Quindi chi sono? Una donna privilegiata
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