Stefano Pasotti intervista Anna Burckhardt, curatrice del MoMA.
Ci può spiegare come il MoMA affronta il design e l’architettura?
Il MoMA ha molti dipartimenti curatoriali, molti dei quali sono focalizzati sul medio. Il dipartimento di architettura e design in realtà fu il primo dipartimento ad essere dedicato a questo da un punto di vista curatoriale del museo e fu frutto dell’ingegno del primo direttore del MoMA, Alfred Barr insieme ad un architetto di nome Philip Johnson. Il vostro pubblico lo conoscerà per il suo impegno nell’architettura e nella politica. Per molte ragioni diverse. Tanto per Barr quanto per Johnson era molto importante che il design fosse visto come qualcosa che meritasse di essere esposto in un museo tanto quanto l’arte.
Volevano anche che le persone sapessero che tutti possono usufruire di un buon design, tutti dovrebbero poter accedere ad esso. Una delle prime esibizioni di design che ebbe luogo nel museo, si chiamava Machine Art. L’esposizione mostrava pezzi di design di prodotti a macchina come se fossero stati scolpiti. L’idea dietro questa mostra era far vedere come i macchinari potessero produrre oggetti che avevano un valore estetico talmente alto che si potevano mettere in mostra come una scultura di Picasso. Allo stesso tempo ovviamente l’esibizione voleva mostrare quello che allora veniva considerato come il livello più alto di design prodotto da macchinari, dopo la rivoluzione industriale, quindi anche con uno sguardo rivolto verso la tecnologia, cosa che facciamo ancora oggi ma all’epoca ovviamente era una nozione precisa per poter mostrare cosa la tecnologia e l’innovazione significassero per il design. Quell’approccio l’abbiamo mantenuto durante gli anni, quindi capire cosa è importante nel tempo e cosa significhi un buon design. Ovviamente cambia a seconda del curatore che lavorano nel dipartimento, il contesto socio economico quindi per esempio quando parliamo d’innovazione e tecnologia, è molto importante investigare e capire quali sono i bisogni attuali specifici e come la tecnologia ci può aiutare per creare un ambiente inclusivo attraverso il design. La collezione ed il mondo in cui approcciamo il design varia molto dipendendo anche dalla percezione attuale dell’arte , fondamentale per il MoMA. Guardiamo tutto da capolavori umili ad altre cose un po’ come successe con Machine Art. Sono cose con cui conviviamo tutti i giorni che sono talmente prominenti e presenti nel nostro ambiente quotidiano che nemmeno le notiamo. Per esempio potremmo parlare del cerotto, post it, la graffetta etc fino alle cose più complesse come il bio-design, nuovi materiali, system design, design architettonico tutto questo per mostrare cosa significa il design e come può aiutare le persone.
Potete continuare a vedere l’intervista alla curatrice del MoMA sul canale Youtube dedicata alla storia del design