Parliamo con Stine Storm della Lego Foundation di Lego Braille
Noi vogliamo che i Lego siano per tutti i bambini, indipendentemente dai loro bisogni speciali. Il mio dipartimento è nato con l’idea di investigare che tipo di concetti la Lego poteva sviluppare per aiutare i bambini. Altri dipartimenti lavorano su altre problematiche ad esempio i paesi poveri o zone di crisi. Noi lavoriamo per quei bambini non vedenti, autistici, DDAI, per lavorare sull’ansia e disturbi derivanti la depressione e stress. L’idea dei mattoncini Lego Braille non sono stati una nostra idea ma anche in questo caso, l’idea è venuta fuori dalla comunità, in questo caso la comunità dei non vedenti. In effetti ci hanno segnalato che se guardiamo bene il mattoncino Lego ha l’aspetto di una cella Braille. Cosa è una cella Braille: sono 6 punti che si usano combinati in modo diverso ed i punti hanno dei numeri dall’uno al sei. Ci sembrò un’idea grandiosa ma il progetto era molto complicato. Abbiamo dovuto produrre 63 nuovi stampi che ha significato un investimento economico enorme ma questo spiega anche che dietro questo progetto non c’è una missione commerciale. E’ un investimento no profit. I lego braille non vengono venduti, vengono distribuiti attraverso i canali dei non vedenti quindi educatori, scuole etc. Se guardate il sito Lego Braille vedete che c’è proprio un tool kit per formare gli insegnanti all’uso. E’ un progetto di inclusione, un bambino non vedente e vedente, possono lavorare insieme.
Il video completo qui sotto.
Stefano Pasotti è un designer che ha creato il primo canale Youtube dedicato al mondo del design. Maggiori informazioni su Artribune