Gli ospiti di questa puntata sono i designers Daniele Ruzza e Silvana Angeletti dello Studio Angeletti Ruzza, nomi affermati nel mondo del design ma che sono partiti da zero con umiltà raggiungendo grandi traguardi. Abbiamo ripercorso la storia insieme ai due protagonisti.
Daniele Ruzza e Silvana Angeletti si conoscono mentre studiano all’Università a Roma.
Hanno iniziato un percorso insieme subito dopo aver finito l’Università anche se in un primo momento Daniele preferiva trasferirsi a Milano per iniziare a lavorare con qualche studio. Silvana invece propone di darsi un anno per provare a lavorare insieme e così faranno.
Il loro obiettivo era quello di lavorare con le grandi aziende. Il problema è che non avevano dei case history da presentare perché non disponevano di un vero curriculum così iniziarono a partecipare a concorsi ed il primo prodotto realizzato fu Menhir per Zani Serafino. Successivamente presentarono un progetto per R.S.V.P, Jazz. Da questi lavori, che comunque avevano catturato l’attenzione, non arrivarono soldi quindi decisero d’iniziare a collaborare con aziende importanti, era l’unica possibilità per diventare dei professionisti.
Nel 1994 provarono ad entrare in contatto con Guzzini. Riuscirono a strappare un incontro con Adolfo Guzzini per sottoporgli un progetto nell’ambito dell’illuminazione. Avevamo provato già a disegnare lampade in passato. Fissano dunque un incontro con Adolfo in un giorno d’estate. Arrivarono a Recanati e viene detto loro che l’ufficio del presidente si trovava al piano superiore senza ascensore. “Noi eravamo arrivati con dei prototipi di lampade pesantissime di marmo ed avevamo deciso di arredare il suo ufficio con queste lampade in attesa che arrivasse” ricordano i designers. Durante l’incontro viene fuori la loro passione e lo studio sulla ritualità in tavola cosi al colloquio viene chiamato anche Domenico Guzzini. Il progetto non piacque però Domenico organizzò un appuntamento per loro con Alessi. Anche l’incontro con Alessi non andò bene e quindi decisero di tornare da Guzzini. “Sapevamo che dovevano sviluppare una caraffa termica così tentammo di cavalcare l’onda presentando un progetto”. Daniele e Silvana svilupparono un primo prototipo osservando il loro catalogo e sbagliarono perché l’azienda voleva guardare avanti, non al passato. Tornarono a casa ma non si demoralizzarono, iniziarono il progetto della caraffa termica da zero. Conobbero un tornitore (ubriacone) ma bravissimo che li aiutò a realizzare un prototipo completamente diverso che riscosse molto successo anche se presentava delle difficoltà di produzione non facili da risolvere. Da quel momento iniziò la collaborazione con Guzzini che ormai dura da anni.
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